Il CANTO A BRACCIO

Il Canto a braccio

La tradizione del canto a braccio affonda le proprie radici nel mondo contadino e pastorale.

Un tempo era frequente incontrare gente che, seppure analfabeta, per merito della tradizione orale,
conosceva a memoria i versi dei poemi classici cavallereschi come L’Orlando Furioso o La Gerusalemme Liberata.

Inoltre, tradizione vuole che nel “tascapane” di un pastore poteva forse mancare il pane,
ma mai un poema cavalleresco da leggere durante le lunghe ore di attesa a seguito del gregge al pascolo.

La sera, a conclusione della faticosa giornata di lavoro, i pastori si riunivano nelle aie, nei cortili o nelle osterie per trascorrere momenti di riposo e serenità.
Gustando buon vino e formaggio, si dilettavano fino a notte fonda nel cantare poesie in ottava rima prendendo a riferimento le solitarie letture diurne, spesso accompagnati dal suono della ciaramella o dell’organetto.

Dai temi cavallereschi di altri poeti si passava all’improvvisazione, traendo ispirazione dalla propria vita, dalla gente del posto e dal proprio paese; natura , amicizia, famiglia, amore, società, politica, guerra erano alcuni degli argomenti più trattati.

Il Canto a braccio in ottava rima

Per essere maggiormente seguiti e più divertenti si usava a volte un tono satirico in grado di far ridere i presenti, di colpirli e sorprenderli.

Seguiti con entusiasmo e passione dai presenti, i poeti davano vita a vere e proprie gare tra di loro, chiamate “tenzoni”, utilizzando la stessa metrica dei grandi poeti classici, cioè l’ottava rima in versi endecasillabi.

Un valore aggiunto fu dato dall’obbligo di ripresa; in pratica due poeti seguivano lo stesso tema e si rispondevano a vicenda con l’obbligo di concatenare il primo verso all’ultimo del poeta precedente.

La sfida poetica era ancor più divertente e pungente quando i due poeti rimeggiavano “a contrasto”, ossia rappresentando figure contrapposte come suocera-nuora, pastore-maestro, prete-contadino ecc. .

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I temi erano dunque estemporanei e improvvisati mentre la metrica seguiva rigide regole ereditate naturalmente dalla tradizione letteraria italiana.

Più frequentemente si usava l’ottava rima, una struttura classica della poesia italiana consistente in otto righe endecasillabe di cui sei in rima alternata e le ultime due in rima baciata, cantata senza accompagnamento, ovvero a cappella.

Altre strutture metriche differenti come terzina e quartina venivano invece usate soprattutto in occasione di serenate, accompagnate da organetto e ciaramella.

Quest’arte, che può apparire modesta ad un primo approccio, racchiude in se una serie di caratteristiche che ne fanno una vera e propria alta espressione di poesia cantata.

Il cantore, oltre a possedere buone conoscenze della metrica e delle regole della poesia, nonché doti canore e di intonazione non comuni, deve anche essere persona ricca e sensibile, capace di sentire, assorbire ed elaborare in un istante le sensazioni, gli umori e i sentimenti propri e della gente che lo circonda.

Deve saper cogliere con ironia gli spunti dalla vita per elaborarli in maniera sarcastica e ilare, oppure sentimentale, malinconica o sognatrice.
Il tutto in quella breve frazione di secondi che trascorre dall’ultimo verso cantato dall’antagonista all’inizio della propria ottava.

Paolo Santini - Poeta del Canto a Braccio in Ottava Rima

Quest’arte fortunatamente non si è completamente persa nei secoli.

La poesia a braccio nasce dall’anima, dalla semplicità e dalla fantasia ed è praticabile a tutte le età,
e con qualsiasi esperienza, purché la si sappia sentire, esprimere e trasmettere.

Nell’Alta Valle del Velino, del Tronto e dell’Aterno, tra le montagne dell’appennino centrale questa tradizione è particolarmente sentita
e fa parte della cultura popolare tanto che è frequente imbattersi tra le vie dei paesi in improvvisate esibizioni di cantori accompagnati dall’organetto o dalla ciaramella.

Una seconda giovinezza è data a quest’arte grazie ai Poeti a Braccio, cantori di particolare bravura e sensibilità
che con la stessa ispirazione e passione dei pastori si sono ritagliati un loro spazio creativo essendo anche visti come portatori di saggezza e buoni sentimenti.

I Poeti a Braccio oggi portano avanti la tradizione facendola conoscere anche ad alti livelli in occasione di festival e rappresentazioni a livello nazionale.

Festival Regionale di Canto a Braccio di Borbona
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